Il Romanista- Scudetto. La sola parola incute una specie di timore reverenziale. Se non temete la scaramanzia, se avete il fegato di pronunciarla, continuate pure a leggere. La Lega Calcio dovrebbe ufficializzare oggi il cerimoniale per lo Scudetto. La coppa sarà alzata lì per lì. Seduta stante. Sul posto. Siena o Verona, per Via Rosellini è lo stesso. Saranno allestiti due palchi identici per la consegna. Zanetti o Totti riceveranno la coppa da due importantissimi rappresentanti di Lega Calcio (immaginiamo: il presidente Beretta da una parte e il direttore generale Brunelli dall’altra) e Tim. Credeteci. Crediamoci. Roma ci crede. Di più: ci crede tutta l’Italia romanista. Sono stati loro, i tifosi della Roma sparsi nel Nord, a far lievitare sensibilmente (e un po’ sorprendentemente) il dato sulla prevendita. Ieri, biglietteria del Chievo ha registrato un autentico boom al botteghino. Alle 18.30, erano stati venduti 11.475 biglietti. Ovvero, circa quattromila in più del giorno precedente. Incredibile. Considerate che poco più di 7.000 sono di settore ospiti. Di Curva Nord. Gli altri sono posti di Tribuna Superiore Est e Ovest. A Verona dicono che ci sono ancora poco più di duemila biglietti. Costano 42 euro e sono in vendita - attenzione: fino a venerdì - nelle filiali del Lazio del Credito Bergamasco, della Banca Popolare di Lodi, della Banca Popolare di Novara e Banca Popolare di Verona. Fuori dal Lazio, ma solo nelle agenzie della Banca Popolare di Verona, e sempre fino a venerdì, si possono acquistare Poltrone (50 euro) e Poltronissime (95). Qui, di posti ce ne sono a volontà.
Rivediamo le stime: saremo quindicimila? A questo punto, è strapossibile. I romanisti ci credono, perché è la Roma a crederci. Ranieri per primo.Che in un passaggio di una lettera indirizzata all’Associazione Bancaria Italiana, l’Abi, ha scritto: «Il prossimo anno andremo in Champions League entrando dalla porta principale e disputeremo la Supercoppa, questo vuol dire che siamo uno dei club protagonisti del calcio internazionale. Ma una cosa dobbiamo fare tutti insieme, sostenere al di là dei fatti economici propri di un’azienda, i valori del calcio e dello sport. Il sogno (Ranieri lo scrive tutto maiuscolo: SOGNO, ndr) che la Roma ha regalato ai suoi sostenitori non può toglierlo nessuno. La forza aggregante che ne scaturisce è fortissima». All’Abi, abituata alla spenta rigidità delle cifre con tanti zeri, Ranieri contrappone il calore romanista: «Il calcio - sottolinea - è lo sport più influente del mondo; avete calcolato che è seguito da un miliardo e ottocento milioni di spettatori che alimentano un business all’altezza dei maggiori settori produttivi. Tutto questo è vero. Ma il calcio, senza un sogno, non va in paradiso».
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